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La diversità culturale

Convegno "Agora 2001" Europa di Domani, donne in azione. Rodi 31 maggio-3 giugno 2001

"La diversità culturale: la salvaguardia di un mito" Intervento di Carla Maria Casanova Presidentessa dell'Associazione Professionale Internazionale Donne Giornaliste (Aijpf)

L'Europa Unita è, probabilmente, una istituzione vantaggiosa. Dal punto di vista commerciale, finanziario, politico, l'Europa si sentirà più protetta, più forte, più potente.

Ma l'Europa non è un unico Paese.

L'Europa non è né l'America né la grande Russia. Si è formata nella diversità storica, culturale, artistica, linguistica. Diverse le tipologie fisiche. Diversi i modi di vita, le tradizioni, il folclore, l'artigianato, la cucina, la pratica degli sport.

La sauna dei Paesi nordici (sconosciuta altrove), il "rito" del tè degli Anglosassoni e dell'espresso degli Italiani, la baguette che spunta dalla cartella del contabile francese che rincasa, la fiumana di biciclette dei Paesi Bassi...

L'Europa è fatta di diversità. E sono queste la sua forza, il suo potere, la sua attrattiva.

Il crogiolo della cultura europea, il bacino del Mediterraneo, ha attinto dall' Oriente, dall'Africa stimoli importanti che si sono radicati qua e là, nei Paesi o regioni più consoni ad accoglierli ed elaborarli. Ed ecco un patch-work unico al mondo. Oggi, "les jeux sont faits".

Ci troviamo adesso a Rodi. Che cosa di più raffinato del mitico mondo classico greco, che conquistò persino gli onnipotenti Romani! Orazio ne sancì la supremazia per i secoli: "Grecia capta ferum victorem cepit". L'Italica gente, a sua volta, nel Rinascimento portò questa cultura a vette impensate e mai più raggiunte. Accanto all'Italia: Francia, Fiandre, Spagna, Germania, Paesi Nordici, Stati dell'est...: altrettante identità uniche e irripetibili, scolpite nella Storia.

Bisogna che queste identità siano salvaguardate, quando non salvate. Bisogna che il presente non cancelli -unificandolo- il passato.

Nessuna influenza può oramai esserci utile.

Le innovazioni più recenti, arrivate dall'estremo Occidente, sono state solo nefaste Il consumismo selvaggio; la alienante e deleteria ideologia di una società fatta di individui "belli, giovani, sani, ricchi" (nulla di più falso nella realtà ); l'uso forsennato del tempo e dello spazio; l'appropriazione indiscriminata di qualsiasi essere o materia: animale, vegetale, minerale; la demenziale frenesia dell'eccesso (uno per tutti, il maniacale "ghiacciato": dall'aria condizionata alle bevande); la tecnologia esasperata anche nel quotidiano, sono effetti di un tragico qui-pro-quo che, ora lo sappiamo per certo, ucciderà non soltanto "le culture" ma la nostra stessa Terra.

Sempre di più, viaggiando, ci imbattiamo in effetti di uno stesso modulo ripetitivo e ripetuto.

Un esempio banale: i Mc Donalds: un insulto alle tradizioni gastronomiche europee (e una preoccupazione: quali ingredienti useranno mai, per generare effluvi tanto nauseabondi da snaturare le nostre stesse piazze, vie, città?). E che senso può avere, in Italia, festeggiare il 1 novembre Halloween, che tanti nemmeno sanno pronunciare (tra l'altro, leggenda nordica europea stravolta dagli States) o il 6 dicembre Santa Klaus (eccezion fatta per San Nicola a Bari)?

L'Europa Unita non si faccia coinvolgere. Non diventi colonia. Mantenendo le sue diversità interne riuscirà a resistere alla subdola tentazione di essere "un Paese": realtà che il nostro passato storico non consente. Il proprio passato è il patrimonio più prezioso che un Paese, una famiglia, un individuo possegga. E' la sua realtà, diversa da tutte le altre, inconfondibile, inalterabile, irripetibile.

E' questo un messaggio soprattutto per le donne. Del nostro passato noi donne siamo le principali depositarie perché siamo principalmente noi che tramandiamo questo patrimonio ai nostri figli.

Anche rifiutandoci di rimpinzarli di pop corns.

Carla Maria Casanova