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Lavoro e disabili

6 ottobre 2000 - Sono circa 27 milioni, all'interno dei confini dell'unione europea, le persone disabili.

Persone da annoverare fra le categorie più svantaggiate della popolazione, sempre alle prese con barriere insormontabili che negano loro l'accesso alla partecipazione in tutti i settori della vita sociale. Di questi 27 milioni di persone portatrici di handicap, circa la metà è in età lavorativa, ma la disoccupazione fra i disabili è doppia o tripla rispetto a quella dei "normodotati".

Questi alcuni dei dati emersi dalla Conferenza europea "per un'occupazione senza barriere" che si è tenuta a Venezia, per iniziativa dei sindacati della Unione Europea. A guidare la delegazione italiana alla conferenza è Nina Daita, responsabile del Dipartimento disabili della CGIL nazionale.

La conferenza dovrà approvare un documento di lavoro da proporre alle istituzioni europee come base di una direttiva a sostegno delle pari opportunità per i lavoratori disabili.

L'iniziativa si inserisce in un progetto più ampio, diretto dal sindacato dei metalmeccanici Ig Metall "Standard minimi europei alle pari opportunità occupazionali per i portatori di handicap", cui collaborano rappresentanti sindacali di Belgio, Germania, Inghilterra, Francia, Italia e Spagna con tre obiettivi: definizione di standard minimi europei alle pari opportunità per persone portatrici di handicap; un manuale di regolamenti contrattuali ed aziendali per l'inserimento di persone disabili; raccomandazioni per le rappresentanze degli interessi delle persone disabili.

La base per una azione decisa verso la promozione delle pari opportunità delle persone disabili a livello comunitario è offerta dall'art.13 del Trattato di Amsterdam che individua quale compito principale dell'Unione europea la lotta alla discriminazione nei confronti dei disabili.

In relazione a tale direttiva, i singoli Paesi della Comunità dovrebbero varare norme giuridiche atte a promuovere l'occupazione dei portatori di handicap, a rafforzare l'esercizio dei diritti da parte dei disabili a partire da quello di rappresentanza, a promuovere ed allargare i servizi di sostegno. Questi standard minimi sono un presupposto per l'integrazione sociale in Europa e rappresentano per i disabili la base per azioni europee concordate, sia sul terreno delle politiche occupazionali, sia sul mercato del lavoro.

Altro tema della conferenza è lo scambio trransnazionale di esperienze sui regolamenti aziendali e contrattuali in materia di inserimento e riabilitazione, come premessa per la costituzione di una rete di interessi sindacali ed aziendali dei disabili a livello europeo.